E’ il momento in cui l’età moderna riscopre l’antico. Dopo il trasferimento degli ultimi abitanti da Paestum a Caput Aquis, la città antica rimase completamente abbandonata e sconosciuta. La riscoperta della città di Paestum, intesa dal punto di vista storico e culturale, risale alla metà del XVIII secolo e si deve al conte Felice Gazola, inviato a Paestum come comandante delle artiglierie del Regno di Napoli, che dopo aver visto i templi, ne diffuse la fama e li disegnò avviando l’inserimento di Paestum tra i siti visitati nell’epoca del Grand Tour da intellettuali e aristocratici europei. Inizialmente l’attenzione fu attratta dai monumenti visibili: i templi e le mura. Soltanto nel XX secolo si iniziò a prendere in considerazione l’idea che, sepolta, vi fosse l’intera città.
A quest’epoca risale, purtroppo, anche la creazione della strada (via Magna Graecia, ex ss 18) che taglia in due la città antica. Era il 1829 e la strada fu tracciata in modo da passare non attraverso le due porte, bensì attraverso aperture che furono realizzate nella cinta muraria. Per questa vicenda, per lo scarso rispetto mostrato nei confronti del patrimonio storico-monumentale di Paestum, il direttore dei lavori fu rinviato a giudizio dal procuratore del re.
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