“Se già non fossi al termine del mio lavoro canterei i rosai di Paestum che produce due volte all’anno” scriveva Virgilio nelle Georgiche, decantando la bellezza di questo fiore che faceva da coreografia alla città antica. In realtà gli esperti hanno da tempo rinunciato a riprodurre la Rosa di Paestum esattamente così com’era quando veniva lodata da Virgilio e da Properzio. Ma nei pressi dei templi oggi fiorisce una rosa frutto di attente ricerche archeologiche e botaniche finalizzate a riprodurre la rosa bifera, così chiamata perché fioriva due volte l’anno, o quantomeno quella che più si avvicina alla rosa di Paestum, una rosa bella e forte, che resisteva alle intemperie.
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